sabato 18 maggio 2013
Malagò: sono un po' Grillo e un po' Renzi, ma sono legato a Letta, Gianni Letta...
Dall'Unità del 18 maggio 2013
di CLAUDIA FUSANI
Per gli sportivi la presidenza del Coni a Giovanni Malagò è il cigno nero, l’evento imprevisto, un po’ come quando Roma o Lazio vincono lo scudetto spezzando la striscia prevista di Juve e Milan. Trovare un quarto d’ora per un faccia a faccia è faccenda complicata. Più per lo staff che lo circonda che per lui, che quel quarto d’ora poi lo trova. Riceve nella sala conferenze del Coni, accanto al suo ufficio. Le rassegna stampa raccontano della prima rivoluzione: il Coni servizi, il braccio operativo che dà e riceve i soldi pubblici, ha un nuovo direttore generale, Michele Uva.
L'hanno definita "il Renzi dello sport". O paragonato addirittura a Grillo per la sua attitudine a rompere gli schemi. L'uno o l'altro?
“Nessuno dei due, perché mi occupo di sport e non di politica. Ed è come se uno volesse paragonare un tennista a un calciatore, due mestieri diversi. Fatta questa premessa, riconosco di condividere con entrambi l’attitudine alla novità. E allora con il sindaco di Firenze, persona di cui sono amico e che stimo, ho in comune l’attitudine al rinnovamento delle persone e dei contenuti. Con Grillo, forse, quella del metodo: sono qui perché ho saputo ascoltare la base, cioè chi in questo paese fa sport e non chi lo gestisce”.
Viene esaltata la sua capacità di presentare con passione un libro di Alemanno e, insieme, di essere amico di Veltroni. E’ la rappresentazione fisica delle larghe intese?
“Mi riconosco la capacità di sapere stare e parlare con tutti. Nella mia vita ci sono fattori vari che mi hanno educato ad essere trasversale e gentile con tutti, anche con chi non condivido la storia politica. A questo aggiungo il rispetto istituzionale senza perdere quello per le idee. Mi piace Kipling quando scrive che si è uomini quando si sa passeggiare con i re senza perdere il contatto con il popolo”.
“Se”, la famosa poesia di Kipling... Possiamo adeguare quel messaggio all’Italia di oggi?
“Non vedo come oggi questo paese possa avere alternative rispetto all’attuale progetto che vede le varie forze politiche unite nel tentativo di trovare le soluzioni necessarie. Per quello che mi riguarda, porto avanti la bandiera della trasversalità da decenni. Questo prescinde, ovviamente, dai rapporti personali”.
Nel manuale Cancelli della politica, la presidenza del Coni equivale almeno a un paio di ministeri. Con portafoglio. È stato eletto rovesciando tutti i pronostici. Ci racconta la sua elezione?
“Anche se rappresento il nuovo, conosco bene questo mondo, quello dello sport. Conosco le varie componenti che esprimono i rappresentanti in consiglio nazionale. Sapevo di poter contare su un presupposto numerico che mi avrebbe fatto vincere. Adesso lo faccio io un paragone: i miei competitor avevano i sondaggi; io conoscevo già i voti. Vede, non è che gli altri hanno dilapidato un vantaggio. Il fatto è che non lo hanno mai avuto anche se erano convinti che gli aventi diritto avrebbero votato per loro”.
45 federazioni, 411 milioni di fondi pubblici che arrivano ogni anno dal ministero del Tesoro. C'è molta attesa - è di stamani un’interrogazione parlamentare dei Cinquestelle - di sapere quali saranno i criteri, l'indirizzo politico che vorrà adottare per distribuire le risorse. Numero delle medaglie ottenute, numero dei tesserati...
“Nè l'uno n'è l'altro. Siamo qui da tre mesi, esiste un metodo vecchio ormai otto-dieci anni. Noi stiamo cercando nuovi parametri e abbiano nominato una commissione con dentro la più ampia rappresentanza delle varie federazioni e numero di discipline. Ascolteremo tutti e saranno decisi i nuovi parametri. Non posso dire quali. Certo saranno nuovi. Quindi diversi da quelli attuali. E sarà tutto trasparente. Pubblico”
La prendiamo in parola. Soddisfatto per la nomina di Josefa Idem a ministra?
“Da morire. Siamo amici. Una persona di famiglia. Farà benissimo perché finalmente abbiamo un ministro dello sport che sa di cosa parla. Con tutto il rispetto per chi l’ha preceduta”.
L'altro giorno, ospite qui al Coni, la ministra ha detto a lei e ai presidenti di federazione: "Fate squadra e tenete gli atleti al centro di tutto" e "Mettete l'onestà in funzione del bene comune". Parole forti, importanti. Lei come le ha intese?
“Le ho ascoltate e condivise con grande gioia, sono le mie parole, dette e ripetute più volte nella mia campagna elettorale”.
E gli altri presenti?
“Standing ovation. Orgoglio perchè uno di noi ora è il nostro ministro”.
Un direttore generale del Ministero della Pubblica Istruzione, Giovanna Boda, siederà nel Cda di Coni servizi. Significa qualcosa?
“Che bisogna ricominciare dalla scuola, dalla famiglia, da una nuova cultura ed educazione allo sport. Finora è stato detto molto e fatto molto poco. Il 38% degli italiani non pratica sport, la percentuale più bassa di tutta Europa. Quasi il 36% degli italiani è sovrappeso e il 10% sono classificati come obesi con un costo sociale annuo di 8,3 miliardi di euro”.
Tra il 6/7% della spesa sanitaria pubblica. Crede di riuscire a cambiare tendenza?
"Esistono varie facce dello stesso problema. E varie soggetti che devono essere messi a sistema per tentare di risolverlo: Pubblica istruzione, Sanità, Politiche giovanili, Pari Opportunità, Sport. Il Coni non è legislatore e non ha responsabilità dirette ma è moralmente responsabile, dalla base fino al vertice passando per una nuova didattica per gli insegnanti di educazione fisica”.
In Italia un ragazzino che fa attività agonistica in età scolastica e magari fa assenze per partecipare a una gara, appena torna a scuola viene interrogato…
“Il punto è che l’attività agonistica andrebbe fatta direttamente a scuola. Servono quattro miliardi per mettere a norma gli edifici scolastici. E’ uno dei primi obiettivi”.
Lei è stato indagato ai tempi dei Mondiali di nuoto per violazione delle norme urbanistiche del Circolo Aniene. Ha fiducia nella giustizia?
“Totale, non mi sono mai nascosto e ho sempre affrontato i giudici. Sono stato prosciolto in istruttoria”.
E ha fiducia nel governo Letta?
“Sono un ottimista. E faccio il tifo. Certo è abbastanza disarmante, ogni mattina, seguire la rassegna stampa, tra la pistola di un deputato Pdl pronta a sparare (la Luger di Piero Longo, ndr) e la proposta di far decadere Berlusconi perché ineleggibile. Il mio consiglio è essere superiori, volare alto, ben sopra i corvi”.
Quanto deve a Gianni Letta?
“Non devo nulla a nessuno. Sono però molto legato a lui. E posso dire che ha avuto un ruolo fondamentale in questa fase del Paese”.
.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento