giovedì 21 marzo 2013

M5S, quando la comunicazione diventa un'arma a doppio taglio

da l'Unità del 21 marzo 2013

di CLAUDIA FUSANI


Questa storia della comunicazio-
ne sta diventando un proble-
ma serio per il pianeta Cinque
stelle. I neonominati capi della comuni-
cazione grillina sono in silenzio stam-
pa dopo appena 24 ore di incarico con
motivazioni, almeno dal punto di vista
lessicale, abbastanza violente che defi-
niscono i giornalisti variamente come
«spalamerda» o «pseudo-omuncoli che
sputtanano tutta la categoria». Claudio
Messora e Daniele Martinelli, i blogger
preferiti da Casaleggio ma ignoti alla
maggior parte dei cittadini-portavo-
ce-parlamentari M5S, mostrano un
pronunciato nervosismo di «ruolo», vit-
time forse di quel «delirio di onnipoten-
za» indicato come il diavolo e satana
nei conciliaboli grillini, il pericolo più
grave della nuova dimensione politica
romana. Vittime, anche, forse, di qual-
che guaio giudiziario che sta assumen-
do le tonalità del giallo.

Nel sito La Voce d’Italia
si racconta di un’indagine avvia-
ta dalla procura di Monza in cui Clau-
dio Messora, noto nel web come Byo-
blu, sarebbe indagato per «ricettazio-
ne, violazione, sottrazione, e rivelazio-
ne del contenuto di corrispondenza». Il
blogger, continuano le rivelazioni di
La Voce d’Italia, «sarebbe indagato insie-
me a un altro giornalista nell’ambito di
un procedimento penale nei confronti
di hacker legati al Movimento 5 stelle.
Sarebbe anche imminente l’apertura
di un fascicolo a carico di una cinquan-
tina di attivisti grillini perminacce (an-
che di morte): il braccio violento del
movimento, che nè Messora, nè Marti-
nelli racconteranno mai».

La procuradi Monza però non conferma
alcuna in-dagine di questo tipo. L’interessato,
Messora, parla di «cazzoni ad orologe-
ria» in riferimento ai personaggi coin-
volti nella divulgazione. E alla fine sot-
to ci sarebbe “solo” una guerra tra blog-
ger.

Ma insomma, indagini a parte e
scongiurando scenari circa «un brac-
cio armato grillino che simuove rigoro-
samente sulweb», tutto questo non pia-
ce né poco né punto ai deputati e sena-
tori Cinquestelle. A cui l’idea di avere
sulla testa «commissari capi della co-
municazione» con la funzione di «otti-
mizzare per evitare fraintendimenti»
non piace affatto. «Perchè non è previ-
sta nel contratto che abbiamo firmato,
perchè la parola ottimizzare non ci pia-
ce visto che non siamo una catena di
montaggio e perchè abbiamo già i no-
stri portavoce» dice nel pomeriggio in
zona buvette a Montecitorio un onore-
vole grillino che stranamente parla ma
chiede di essere «virgolettato come fon-
te vicina al Movimento».

La cronaca della giornata racconta
bene di come stanno cambiando umori
e posizioni. Si comincia a fine mattina-
ta con Messora e Martinelli che attacca-
no a testa bassa giornalisti e stampa:
«Basta, non parliamo più». Scrivono
due post separati sui profili Facebook
ma analoghi nella sostanza. «La mac-
china del fango è entrata subito in azio-
ne - lamenta Messora - In mancanza di
una ben precisa notizia di crimine da
addebitare, sono passati alla diffama-
zione creativa: usano titoli che poi gli
stessi articoli richiamati smentisco-
no». Messora si rivolge ai «giornalisti
onesti», invitandoli ad «iniziare una
guerra di liberazione da questi pseu-
do-omuncoli che sputtanano tutta la
categoria. Se il Movimento Cinque
Stelle non parla con nessuno (e d'ora
in poi neppure io) è solo colpa loro».

Sfugge a Messora che invece nel frat-
tempo, imparando a conoscersi, i Cin-
questelle iniziano a fidarsi e a confron-
tarsi con qualche cronista. Dalla sua
pagina Fb fa eco Martinelli che in po-
che ore offende tutta la categoria pre-
ziosissima dei portavoce «perchè sia
chiaro che io non sono il Capezzone di
turno». Solidarietà, ovviamente, a Da-
niele Capezzone, ora deputato Pdl e
per cinque anni mandato in tv a soste-
nere la linea del giorno. Scrive Marti-
nelli: «Sono stato nominato consulen-
te di un gruppo parlamentare e vengo
trattato da giornali e tv come un addet-
to stampa che fa da megafono al Movi-
mento. Questi non hanno ancora capi-
to che saranno i deputati del Movimen-
to a parlare della loro attività politica.
Il mio compito è solo quello di ottimiz-
zare la loro comunicazione. La mia co-
municazione è personale. Non è quel-
la del Movimento. Siccome le tivù e i
giornali mi stanno spacciando come il
Capezzone della situazione, non parle-
rò più con nessuno, tranne che coi de-
putati della Camera».

Non è chiaro cosa resterà dei due Re-
sponsabili comunicazione protagonisti
di tanto caos senza neppure aver mes-
so piede nè alla Camera nè in Senato.
La definizione giusta è spin doctor? Pic-
coli guru crescono all’ombra di Gianro-
berto Casaleggio che li ha ingaggiati
personalmente. Di certo i neo eletti
non vogliono nè badanti nè commissa-
ri. E sfidando le disposizioni dall’alto,
l’onorevole-cittadino Roberto Fico
chiarisce: «Abbiamo già i nostri porta-
voce, sono Roberta Lombardi e Vito
Crimi. Loro sono professionisti della
comunicazione che hanno il compito
di aiutarci a veicolare i messaggi all'
esterno».
Il resto non serve.

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